“Nel Lazio ci saranno 200 milioni in meno sul PSR”. Il futuro dell’olio evo? Perle e superfood

Con il 15% in meno di budget nel prossimo PSR a Bassiano ci si è chiesti come poter difendere il patrimonio ambientale e agricolo creato dalle produzioni olivicole delle Colline Pontine. La proposta del direttore di Agro Camera, Carlo Hausmann, è di ampio respiro e mira a intercettare tendenze e mercati internazionali che riconoscono un alto valore aggiunto alla qualità

L’ex assessore regionale Carlo Hausmann, oggi direttore generale di Agro Camera, ha fatto il punto sul futuro PSR sabato scorso a Bassiano, in occasione del XV Concorso provinciale “L’Olio delle Colline”, dedicato all’olio extravergine d’oliva di qualità. Con lui sono intervenuti altri rilevanti tecnici del settore, dai cui interventi si è potuto capire qual è il limite e il futuro della produzione di olio evo delle Colline Pontine. Se il direttore dell’ICQRF Flavio Berilli ha fatto presente che la produzione di olio evo delle Colline Pontine non raggiunge la “massa critica” per avere un impatto sul mercato, l’ex assessore regionale Hausmann ha invece indicato alcune possibili strade per una produzione di nicchia ma di altissima qualità alla luce delle tendenze del mercato mondiale.

La premiazione del concorso organizzato dalla Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina è “caduta” in un momento in cui la Regione Lazio deve elaborare il nuovo PSR, impostando la propria politica agricola dei prossimi sette anni in accordo con l’Unione Europea. E non sarà facile perché il Lazio avrà un budget ridotto del 15%.

Una battaglia contro l’ottica nord europea

In particolare, rispetto al comparto olivicolo, Hausmann ha segnalato la “necessità di intervenire sulla programmazione del PSR per conservare e valorizzare gli uliveti terrazzati dall’ottica nord europea” che vuole finanziare le imprese mentre gli oliveti italiani sono per lo più gestiti da “non imprese”, che producono per l’autoconsumo, per gli amici o per i vicini. “Una cosa insopportabile per il mercato europeo” ha detto il direttore dell’Agro Camera.

Ma come combattere contro questa impostazione nord europea? “Bisogna iniziare a chiedersi – ha detto Carlo Hausmann – qual è il valore economico del patrimonio della selezione varietale fatta dalle generazioni passate” e qual è il valore economico dell’ambiente costruito dagli oliveti e dall’agricoltura collegata. “Purtroppo nessuno di questi due valori – ha detto Hausmann – sarà considerato nel nuovo PSR e ci sarà una riduzione del 15% del budget. Con 200 milioni di euro in meno è difficile che Bruxelles ci permetterà di spendere per gli oliveti terrazzati, dobbiamo allora investire sulle strutture che portano alla rigenerazione degli oliveti montani”.

Dal superfood alle perle vendute a 56 euro l’etto

La proposta di Hausmann è stata quella di elevare ulteriormente la qualità della produzione di olio evo, intercettando quelle tendenze e quei mercati internazionali che possono dare valore aggiunto alla nostra produzione. “Il futuro è vendere l’olio d’oliva come superfood” ha detto Hausmann citando il caso delle perle d’olio evo molto in voga nei ristoranti di lusso giapponesi.

Perle d’olio che devono essere in grado di “esprimere in un bit i sapori e i sentori di un territorio” e che già oggi vengono vendute sul mercato italiano a 28 euro ogni 50 grammi. Ma altri casi di superfood, non citati da Hausmann, sono ad esempio le pillole contenenti olio evo che si iniziano a vendere nella farmacie americane da quando le autorità statunitensi hanno riconosciuto le proprietà curative dell’olio extravergine d’oliva.

L’altra direttrice tracciata dal direttore di Agro Camera è quella di “raccontare la qualità del nostro territorio in etichetta”. Una proposta che è andata in contro a un produttore olivicolo vincitore di un primo premio che però chiedeva alla politica la possibilità di inserire in etichetta la dizione “olio evo di qualità”, conferendo dignità al prodotto e differenziandolo rispetto all’extravergine commerciale.

La sfida più grande: far entrare il cliente nel territorio

Ma c’è anche altro da fare. In primo luogo intercettare il consumatore e portarlo sulla strada di un consumo d’olio evo più consapevole. Come? La ricetta di Hausmann è quella di “far entrare il cliente nel territorio, agganciando il mondo turistico con il paesaggio olivicolo” e di “agganciare il mondo della grande ristorazione, lavorando enormemente sulla qualità e la caratterizzazione”. “La sfida – ha concluso Hausmann – è quella di costruire un sistema economico sulla vendita dell’olio e sulla vendita dei contenuti turistici a servizio dell’olio”.