Olio nuovo in arrivo: tra qualità elevata, aspettative deluse, concorsi e manifestazioni

olive da olio

Quella che si prospettava come un’annata opulenta ha invece deluso nel centro Italia quanto a resa. La produzione di olio d’oliva è più alta dell’anno scorso ma ancora troppo bassa rispetto al passato. In Umbria tante manifestazioni alle porte

Poteva essere un’annata eccezionale per la quantità di olio d’oliva prodotto. Invece anche quest’anno l’Italia dovrà accontentarsi e fare buon viso a cattivo gioco. I dati diffusi da Ismea e Unaprol indicano una produzione nazionale di 315 mila tonnellate, in crescita del 15% rispetto al 2020 ma molto lontana dall’annata abbondante che ci si sarebbe aspettati a inizio campagna. Ad incidere sulla produzione di tutta Italia, sono stati i fattori climatici.

Dopo una fioritura eccezionale, specialmente nel Lazio, sono arrivate le gelate primaverili e le grandinate. Poi la siccità estiva e la frequente alternanza di caldo freddo che non ha giovato all’ottimale sviluppo vegetativo degli oliveti. Le alte temperature e l’assenza prolungata di precipitazioni ha ulteriormente aggravato la situazione in tutti gli areali italiani, soprattutto in quelli non provvisti di impianti irrigui.

Secondo Ismea e Unaprol, la situazione per aree geografiche è molto differenziata e potrebbe rivelarsi diversa col passare del tempo, durante le operazioni di raccolta e molitura nei diversi territori produttivi. “Dalle prime indicazioni – dicono i due enti – emerge un incremento produttivo al Sud, tale da indurre il segno + sulla produzione nazionale, mentre nelle regioni settentrionali si prevedono flessioni di oltre il 30% con punte del -60% in alcuni areali. Male anche nel Centro dove per Toscana e Umbria si attendono riduzioni importanti. Il Lazio sembra essere, nel Centro-Nord, la regione che ha resistito meglio”.

L’andamento della produzione

Rispetto al passato, le 506 mila tonnellate di olio del 2012 sembrano inarrivabili. Ma le previsioni sono anche ben migliori di quanto prodotto nel 2014 e nel 2018, quando si fecero rispettivamente 222 mila tonnellate e 175 mila. Negli ultimi anni, in particolare, le oscillazioni produttive sono andate oltre la fisiologica alternanza scontando eventi climatici avversi e fitopatie a cui non sempre si è fatto fronte in modo efficace.

“L’eccessiva variabilità produttiva – sottolinea l’Ismea – crea scompensi nel mercato perché da un lato non mina la stabilità del reddito dei produttori, dall’altro rende difficile, ad esempio, la programmazione degli acquisti di prodotto italiano da parte dell’industria di imbottigliamento esponendo il settore al ricorso sempre più massiccio alle importazioni”.

Il focus sull’olio del basso Lazio, tra le Colline Pontine e i Castelli Romani

Nel Lazio, tra il distretto produttivo delle Colline Pontine e i Castelli Romani, i produttori parlano di qualità elevata. La quantità prodotta è superiore all’anno scorso ma le rese sono leggermente inferiori. La situazione cambia molto da un territorio all’altro e risente degli influssi del mare (che scalda la provincia di Latina ma non arriva nell’entroterra romano), delle varietà coltivate e delle pratiche agronomiche.

Nella Provincia di Latina produzione in aumento del 20-30% e qualità elevata

Nella provincia di Latina la varietà dominante è l’itrana che, accompagnata al leccino, costituisce il fondamento della Dop delle Colline Pontine. Secondo i dati del Centro Assaggiatori produzioni Olivicole Latina, nella zona quest’anno si prevede una produzione maggiore rispetto allo scorso anno stimabile intorno al 20 – 30%. Una stima comunque bassa rispetto alle aspettative previste. Inoltre nel territorio la produzione è distribuita a macchia di leopardo: in alcune zone c’è una buona carica di olive e in altre si rileva una scarsa produzione. La forte siccità inoltre ha prolungato il periodo della cascola ma ha ridotto notevolmente l’attacco della mosca olearia, quindi si prevede una produzione di elevata qualità.

Ai Castelli Romani qualità ottima ma la siccità si è sentita

Ai Castelli Romani e a Velletri, vero centro nevralgico produttivo del quadrante romano a sud della capitale, le aziende che fanno un’olio extravergine di qualità stanno portando le olive nei frantoi già da qualche settimana. I Castelli sono un mix interessante di varietà che consegna al consumatore un olio dal fruttato leggero o al massimo medio. Dominano gli uliveti il leccino, il frantoio, il pendolino, la rosciola, la ritornella, con qualche sprazzo di itrana e leccio del corno.

Di “qualità eccezionale, anche se la siccità si è fatta sentire” parla ad esempio, da Velletri, Massimo Pallocca, direttore tecnico dell’azienda agricola Enza Pennacchi, che è stata inserita l’anno scorso nella prestigiosa guida “Flos Olei”. Ha iniziato il 7 ottobre la raccolta anche un’altra azienda pluripremiata. Cioè l’azienda agricola della famiglia Torelli di Grottaferrata che estrae “oro verde” da migliaia di olivi centenari, ad oltre settecento metri sul livello del mare, nel cuore dei Castelli Romani. Il loro olio ha vinto a Tokyo e si è classificato in terza posizione al concorso “Oro Verde” della provincia di Roma. Durante la raccolta hanno trovato “olive perfette” che hanno prodotto un “olio intenso”.

Ma ai Castelli quest’anno c’è anche chi non raccoglie. Alcuni sono in attesa di trovare il personale, che scarseggia. Altri hanno uliveti che hanno pagato caro freddo e la carenza di piogge. O che sono stati attaccati dalla mosca. Una situazione, specialmente quella climatica, che ricorre anche in altre zone del territorio romano.

I primi dati sulla resa in olio nei Castelli Romani e Velletri

Quanto alla resa, per ora, sembra essere leggermente più bassa. I primi dati, che arrivano dai Castelli Romani e da Velletri, parlano di circa 10 litri al quintale per chi l’anno scorso ne faceva 12. Ma questo dato si dovrà assestare col passare dei giorni. Infatti ci sono molti elementi da considerare: la varietà di olive raccolte, la particolarità di ogni oliveto e lo stesso periodo di raccolta. Va considerato infatti che chi raccoglie prima aumenta la qualità dell’olio ma, allo stesso tempo, perde qualche punto di resa.

Sui Monti Lepini e Prenestini e nell’Alta Valle del Sacco è ancora presto per le stime

Nel quadrante dei Monti Lepini e dei Monti Prenestini, ben lontani dall’influsso benefico del mare, la raccolta ha tempi più lenti. I clima più freddo e l’esposizione diversa fanno maturare le olive più lentamente. Un po’ ovunque, però, – salvo eccezioni – si è notata la stessa cosa. Le temperature, gli effetti atmosferici e la mancanza di piogge hanno portato gli alberi ad avere un po’ meno olive. Ad Anagni addirittura ci viene segnalata un’annata con il 70% in meno di olive causata dalla primavera fredda e dalla siccità.

I concorsi e le manifestazioni alle porte dedicate all’olio extravergine d’oliva

L’avvio della raccolta coincide anche con la partenza delle iscrizioni ai concorsi locali, provinciali, regionali e nazionali. Un bel banco di prova per produttori professionali e appassionati. Ma questo è anche il mese del lancio delle manifestazioni dedicate all’olio extravergine d’oliva per far conoscere i prodotti di qualità ai consumatori, facendo cultura dell’olio.

I concorsi ai blocchi di partenza: da quelli locali e provinciali all’Ercole Olivario

Tra la provincia di Roma e la provincia di Latina due concorsi sono in partenza. Si tratta dello storico concorso “L’olio delle colline” organizzato a Latina e il concorso “Oro Verde” dedicato all’olio della provincia di sud di Roma. Potrebbero essere pubblicati già la settimana prossima i bandi di entrambi i concorsi, che quest’anno potrebbero essere uniti in un progetto di collaborazione sulla promozione del territorio e della produzione olivicola. Tutte e due le competizioni offriranno ai partecipanti sia l’analisi dell’olio tramite il metodo dell’oxitester (per acidità e perossidi) sia l’analisi sensoriale tramite panel test.

I concorsi nazionali

Salendo di livello, non è ancora disponibile il bando del concorso “Ori del Lazio” organizzato dall’Agro Camera, ma anch’esso è molto atteso. Sono aperte invece le iscrizioni al concorso per le Olive da Tavola dell’Ercole Olivario. Il prestigioso premio nazionale quest’anno ha istituito questa speciale sezione del premio con l’obiettivo di valorizzare le migliori olive da tavola provenienti da diversi ambiti territoriali di produzione. Le iscrizioni sono possibili fino al 5 novembre: per informazioni e iscrizioni si può consultare il sito: https://www.planbweb.it/ercoleolivario/.

Un altro banco di prova molto atteso è la Rassegna Nazionale degli oli monovarietali, promossa e organizzata da ASSAM (Azienda servizi settore agroalimentare delle Marche) e Regione Marche, per caratterizzare e valorizzare il patrimonio olivicolo italiano. L’anno scorso il bando di concorso è stato pubblicato a novembre.

In Umbria frantoi aperti per gli appassionati dal 30 ottobre

Dal 30 ottobre al 28 novembre 2021 torna sotto i riflettori Frantoi Aperti in Umbria che anche per questa XXIV edizione, celebrerà per cinque weekend l’arrivo del nuovo Olio extravergine di oliva umbro nel periodo della frangitura delle olive, proponendo iniziative in frantoio, legate al mondo dell’olio di qualità e particolari novità. Tutti i fine settimana di Frantoi Aperti in Umbria, saranno poi scanditi da appuntamenti destinati a valorizzare la celebrata tradizione olivicola umbra.

Ci saranno le visite nei frantoi aderenti, accompagnate da degustazioni di olio e.v.o., da passeggiate a piedi tra gli ulivi e tour in bicicletta entrambi con merenda in frantoio. E poi gli itinerari alla scoperta delle Cultivar dell’Umbria (Moraiolo, San Felice, Dolce Agogia e Rajo), i “Suoni degli ulivi secolari” (l’ulivo di Sant’Emiliano a Trevi, l’ulivo di Macciano a Giano dell’Umbria, l’ulivo di Villafranca di Panicale e l’ulivo di Rajo di Amelia), i concerti e gli spettacoli musicali nei borghi aderenti. Vi saranno anche: le visite guidate nei centri storici e nei musei tematici, la raccolta delle olive, gli assaggi di pane e olio nelle piazze, le aperture straordinarie di castelli e palazzi e le tante iniziative immaginate per coinvolgere i più piccoli.

Le altre manifestazioni dedicate all’olio: Festivol a Trevi e la Festa del Bosco a Montone

Ci sono poi altre manifestazioni dedicate all’olio nuovo in Umbria. Domenica 31 ottobre sarà la volta di Trevi (Pg), che ospiterà “Festivol” (www.festivol.it), tra mostre mercato, degustazioni e trekking tra gli olivi. Quest’ultimo è organizzato dall’Associazione “I Tuoi Cammini” (www.ituoicammini.com) e prevede un percorso tra gli olivi della Fascia Olivata Assisi – Spoleto, proclamata dalla FAO – l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – come primo territorio italiano considerato “Patrimonio agricolo di importanza mondiale”.
 
Dal 29 ottobre al 1° novembre un altro appuntamento col dedicato all’olio è a Montone (Pg), nella Valle del Carpina. Si tratta della “Festa del Bosco” organizzata dal Comune (qui i riferimenti). La manifestazione è dedicata ai prodotti dei boschi della zona ma anche all’olio. Sarà infatti possibile incontrare il Pastore di Montone, pastore sardo trasferitosi negli anni 60 in Umbria affianco a produttori di salumi da filiera locale, marmellate, mieli, olio e.v.o. della rara varietà “Gentile da Montone” e di Vinosanto da Uve Affumicate dell’Alta Valle del Tevere, Presidio Slow Food.