“Olio di Roma” IGP: Valmontone e Colleferro esclusi insieme a pochissimi altri

In Gazzetta europea il 30 marzo scorso è andata la proposta di marchio IGP “Olio di Roma”. Le “maglie” per entrarci sono abbastanza larghe ma dalla provincia di Roma sono esclusi Valmontone, Colleferro e pochissimi altri Comuni. Ci sono invece Artena, Velletri, Lariano e altre 104 cittadine

In quasi tutto il Lazio, compresa la Capitale, si potrà produrre Olio di Roma IGP ma non a Valmontone e Colleferro. I motivi non si conoscono ma la cosa è certa. La Gazzetta Ufficiale Europea del 31 marzo 2021 (leggila qui) ha dato notizia della proposta di registrazione del marchio. Il disciplinare ha maglie abbastanza larghe. Possono rientrarvi produzioni di Itrana, Carboncella, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina, Sirole, Maurino Pendolino, Frantoio e Leccino.

Addirittura dal punto di vista organolettico il ventaglio di possibilità è amplissimo: ci rientrano oli leggerissimi e medi (fruttato da 2 a 6, amaro da 2 a 5, piccante da 2 a 5) con sentori di pomodoro, carciofo, mandorla ed erbaceo (addirittura il valore può andare a 1 a 4,5). Ma non possono rientrarci gli oli degli uliveti di Valmontone e Colleferro. Per la provincia di Roma gli unici Comuni esclusi sono infatti: Anzio, Arcinazzo Romano, Allumiere, Camerata Nuova, Colleferro, Jenne, Tolfa, Riofreddo, Santa Marinella, Valmontone, Vallepietra, Vallinfreda e Vivaro Romano.

Si potrebbe obiettare che non ci sono oliveti a Valmontone e Colleferro da far rientrare nel’IGP Olio di Roma. Ma non è vero. Ulivi ci sono anche lì, tanto che un olio di Colleferro è stato premiato l’anno scorso nella prima edizione del concorso “Oro Verde”. Ma va detto che così anche quelli che potrebbero nascervi non potranno entrare comunque nella futura IGP. Vi rientreranno invece 107 Comuni della provincia di Roma. Tra questi saranno nel territorio dell’Olio di Roma IGP: Artena, Lariano, Velletri, Labico, Palestrina, Genazzano, Paliano, Segni, Gorga, Rocca Priora, Ciampino e di tutti gli altri Comuni della provincia.

Il ruolo di Arsial e lo sviluppo del comparto

In tutto ciò chi ha lavorato affinché il marchio “Olio di Roma” IGP andasse in porto è stata l’Arsial. L’agenzia della Regione ha supportato l’associazione di produttori OP Latium nella stesura dei dossier per il riconoscimento del marchio. L’Arsial stessa ipotizza, a seguito del riconoscimento dell’IGP, “un incremento della produzione e un sostanziale sviluppo del comparto, con importanti ricadute economiche e occupazionali anche per il turismo e la ristorazione di qualità”. “Potranno essere rivendicate con la nuova IGP – dice l’Arsial -, secondo stime potenziali elaborate su volumi di prodotto interessati a una possibile certificazione, circa 75.000 tonnellate di olive e 10.550 tonnellate di olio ogni anno, per un valore economico complessivo di quasi 52 milioni di euro”.

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