Olio – Su Monti Prenestini e Lepini buone aspettative grazie a rosciola e leccino

I frantoi dei Monti Prenestini e dei Monti Lepini cominciano a produrre il primo olio d’oliva. Sebastiani (Assolivol): “Sui Monti Prenestini sembra essere un’annata di alta qualità e buona quantità”. L’Associazione Ferao: “Buone aspettative anche sui Lepini romani”

Come sarà l’olio dei Monti Prenestini? L’annata si prospetta con “alta qualità e buona quantità”. A fare le previsioni, sulla base dell’esperienza degli associati, è Massimo Sebastiani, presidente dell’Assolivol, che raggruppa gli olivicoltori di Genazzano, Olevano Romano, Bellegra, San Vito, Paliano, Pisioniano e Gallicano nel Lazio. “La raccolta è appena iniziata – ha raccontato la scorsa settimana Sebastiani – e quet’anno sembra essere un’annata di alta qualità e buona quantità in cui non ci sono state grandi problematiche legate ai parassiti”.

“A parte un attacco della mosca dell’olivo a fine giugno – ha proseguito il presidente dell’Assolivol – e alcuni problemi con le gelate di inizio maggio, che hanno fatto cadere i fiori, quest’anno la produzione si prospetta buona, anche se c’è stato qualche problema con la siccità”. La campagna olearia dovrebbe però tenere grazie ai pregi di un’oliva autoctona: la rosciola.

Gli associati dell’Assolivol producono un olio per il 70% ottenuto proprio da questa cultivar. La rosciola è infatti molto diffusa sui Monti Prenestini e anche nel frusinate e l’associazione, insieme al GAL Terre di Pregio, al CNR e all’Università di Perugia, sta lavorando a un progetto per il riconoscimento della tipicità a livello comunitario.

Le caratteristiche della rosciola e della rosciola nostrana

Nel Lazio esistono due varietà simili: la rosciola e la rosciola nostrana. Come si distinguono? Il monovarietale di rosciola è in genere un fruttato leggero e maturo, con sentori erbacei, di mandorla e di carciofo; in bocca le sensazioni di amaro e piccante sono medio-leggere. L’olio EVO di rosciola nostrana ha invece sentori erbacei e di carciofo (al naso manca cioè la mandorla) ed è più spostato verso un fruttato medio di tipo verde. In bocca dà sensazioni mediamente piccanti e (un po’ meno) amare. Quanto a parassiti e agli agenti climatici, la rosciola ha una bassa sensibilità alla mosca, alta all’occhio di pavone e al freddo, media alla rogna. La “rosciola nostrana” presenta invece una sensibilità bassa alla mosca, al freddo e alla rogna, media all’occhio di pavone.

Annata buona anche sui Monti Lepini grazie a leccino, rosciola e frantoio

Ma la campagna olearia sembra prospettarsi buona anche sui Monti Lepini. Non sui Lepini pontini, dove gli oliveti di itrana hanno risentito delle condizioni climatiche avverse e produrranno quest’anno “poco olio ma buono”. Nell’area romana, a cominciare da Artena, l’annata promette bene grazie al leccino, al frantoio e alla stessa rosciola, che sono prevalenti rispetto all’itrana. Secondo i dati raccolti dall’Associazione Ferao, organizzatrice del concorso “Oro Verde”, gli olivi dei Lepini romani quest’anno non sarebbero stati attaccati dalla mosca e non avrebbero risentito di gelate. Il carico di drupe sarebbe migliore dell’anno scorso e farebbero nutrire buone aspettative. Agli olivicoltori spetta la scelta del miglior periodo di raccolta al fine di ottenere un buon compromesso tra qualità e quantità.

Le caratteristiche del leccino

Anche i Monti Lepini romani sono dominati da una prevalenza di cultivar con la potenzialità di esprimere un buon fruttato leggero e maturo. È infatti questa la particolarità dell’olio da leccino. Grazie ai sentori leggeri erbacei e di mandorla, con un accenno di carciofo al naso e con medio-leggere sensazioni di amaro e piccante in bocca, il leccino valorizza bene piatti di pesce e di tartufo estivo. Dal punto di vista agronomico presenta una media sensibilità alla mosca e alla rogna, scarsa all’occhio di pavone. Il miglior momento per raccogliere e molire le olive di questa varietà è tra ottobre e la prima metà di novembre, a seconda del territorio ma senza andare oltre.

Nell’alta Valle del Sacco torna il concorso “Oro Verde”

È notizia di questi giorni che ad Artena tornerà a tenersi il concorso “Oro Verde” dedicato ai produttori degli oli extravergine d’oliva dei Monti Lepini, Prenestini e dell’Alta Valle del Sacco e dei territori limitrofi. Gli oli che si iscriveranno al concorso saranno analizzati da un panel di assaggiatori della Capol Latina e i migliori riceveranno un premio. Ulteriori informazioni sul concorso si sapranno nei prossimi giorni. Lo scorso anno i premiati provenivano da Artena e Valmontone. E quest’anno?