Paolo Gramaglia con la sua “Pasta Am…mare” ha fatto volare alto “Armonie d’Ottobre”

Durante la rassegna che si è tenuta a Valmontone lo chef stellato ha scelto uno dei ragazzi dell’Alberghiero di Cave per uno stage di una settimana al suo President di Pompei

Metti un Palazzo del Seicento, metti una rassegna di vini, una esposizione di tartufi laziali, un istituto alberghiero, i ristoratori della città e la “Pasta Am…mare” di Paolo Gramaglia. Ecco la ricetta di “Armonie di Ottobre” e “Tartufo Più” che da sabato a lunedì scorsi hanno colorato l’autunno della provincia di Roma, a Valmontone. A Palazzo Doria protagonista è stato soprattutto lo stellato del President di Pompei che ha presieduto la giuria del concorso intitolato a Salvatore Gramaglia, padre di Paolo. Lo chef partenopeo, insieme ad altri ristoratori di Valmontone, ha guidato la selezione tra gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Cave, scegliendo alla fine il vincitore di uno stage di una settimana al President.

La selezione è stata dura e alla fine Gramaglia ha voluto regalare anche agli altri quattro finalisti un weekend al President nel “pass”. Ma ancor più protagonista della manifestazione è stata la Pasta Am…mare, ricetta di Gramaglia che mette nel piatto il territorio campano: dai piennoli del Vesuvio ai sapori di mare fino alle scorze di limone per esaltare una pasta dal sapore di mare che ha toccato i cuori della città tra i Monti Prenestini e i Monti Lepini. Ma come nasce il rapporto di Gramaglia con Valmontone? Grazie a un altro chef che proprio a Valmontone ha aperto da anni il suo primo ristorante: Stefano Bartolucci di RossoDiVino. Qualche mese fa Bartolucci e Gramaglia furono protagonisti di una collaborazione nel ristorante valmontonese e da lì è nata l’idea di una presenza di Gramaglia a Valmontone in questi giorni.

“Armonie di Ottobre”: un successo nato dalle idee

Gramaglia a parte, “Armonie di Ottobre” al secondo anno è stata caratterizzata da una buona affluenza e una grande varietà soprattutto di vini in degustazione. Tra i migliori vanno segnalati un Amarone Tedeschi, un Pilarocca (Cesanese riserva della Pileum del 2015), un Merlot 2015 della cantina Omina Romana (Velletri) e un Ottonese della Cantina Martino V di Genazzano. Buon inizio anche per l’iniziativa legata al tartufo, il tutto col contributo dell’Arsial. La città di Valmontone si è così distinta soprattutto per la buona idea messa in campo: il territorio cittadino, anche se conta molti terreni agricoli, è praticamente privo di aziende agricole dedite alla trasformazione o alla viticoltura. A parte qualche farina, di Valmontone non c’è stato altro che lavorati di macellerie e forni. Ma la città ha saputo cogliere una mancanza di un territorio dedito all’agricoltura: quella di un polo espositivo per le eccellenze del Piglio, dei Monti Prenestini e dei Lepini e dei Castelli Romani. Valmontone si è fatta quindi location e palcoscenico dei valori produttivi di un territorio vasto. L’idea è buona e speriamo che non venga fagocitata dalla vicina Capitale.