“Cacio Romano”: la nuova strada dei pastori laziali. Ecco la differenza col Pecorino Romano

Via libera dalla Magistratura alla dicitura “Cacio Romano”

Vi ricordate quando, qualche anno fa, il Lazio insorse contro il Consorzio del Pecorino Romano perché il latte utilizzato era soprattutto sardo? Si chiedeva maggiore attenzione alla produzione e alla pastorizia laziale. Poi nel 2016 arrivò la proposta di creare la denominazione Cacio Romano DOP. Una proposta che era sponsorizzata anche dalla Coldiretti laziale, come alternativa che “possa meglio rappresentare le distintività e assicurare prospettive di futuro agli allevamenti di pecore delle campagne laziali.

Quella proposta non fu sposata dal Consorzio del Pecorino Romano e qualche tempo dopo un caseificio di Roma, la “Fromaggi Boccea” lanciò il prodotto “Cacio Romano”. “Tutto il latte di pecora, con il quale è prodotto questo cacio romano di pecora stagionato – affermava il caseificio -, viene raccolto esclusivamente nei pascoli della campagna di Roma.  E’ infatti un prodotto a km 0, ovvero un prodotto realizzato vicino al luogo di vendita, ad una distanza non superiore a circa 50 km dallo stabilimento produttivo e dall’area di raccolta del latte”.

La cosa non piacque al Consorzio del Pecorino Romano che si rivolse al Tribunale Civile di Roma. Dopo una prima ordinanza che ha bloccato la commercializzazione del prodotto, ad inizio agosto la svolta. La Corte d’Appello di Roma ha infatti deciso la liceità dell’uso del marchio, stante “la radicale diversità dei prodotti e l’assenza di alcuna similitudine fonetica e logica delle due denominazioni”.

Nel procedimento si era costituita anche la Regione Lazio, in favore della Formaggi Boccea. Anche la Regione ha dunque “festeggiato” la decisione della Corte d’Appello di Roma: “Siamo soddisfatti per la rivendicazione di un principio giusto – hanno commentato dall’assessorato all’agricoltura regionale -, a tutela e salvaguardia non solo dei diritti di un nostro produttore ma dell’intero settore agricolo del Lazio. Auspichiamo ora una rapida conclusione del percorso DOP per il Cacio romano e una contestuale condivisione delle strategie regionali di Lazio e Sardegna per il Pecorino romano dop”.

La differenza tra Cacio Romano e Pecorino Romano

Sono entrambi “romani” ma i due formaggi differiscono sensibilmente sia per tipologia di formaggio sia per impiego. La sentenza della Corte d’Appello di Roma, secondo quanto riporta lavorolazio.com, afferma infatti: “il Pecorino romano DOP è un formaggio aromatico piccante, a pasta dura, impiegato essenzialmente come formaggio da grattugia; il Cacio, invece, è un formaggio dolce, semistagionato, che non si può grattugiare ed è impiegato quindi solo come formaggio da tavola“.