Il Prosciutto di Parma volta pagina: la ricetta per rilanciare un comparto messo a dura prova

Cambia l’ente di certificazione e si va verso la modifica del disciplinare. Una nota del Consorzio spiega i “quattro pilastri” del rilancio del comparto

Nell’ultimo anno il Consorzio del Prosciutto di Parma ha attraversato momenti molto difficili. Diversi sequestri hanno interessato, secondo alcuni, oltre un milione di cosce di prosciutto in una vicenda che è stata definita dai media “Prosciuttopoli”. I processi sono ancora in corso e una cronaca dettagliata della vicenda può essere rintracciata sul Fatto Alimentare o su Il Salvagente Per una rilevante quantità di prosciutti sembra siano stati utilizzati maiali di una razza non prevista dal disciplinare di produzione. Il Consorzio, che si è detto parte lesa nella vicenda, in queste settimane ha varato un piano per rilanciare il comparto con un nuovo ente di certificazione e una revisione del disciplinare.

I “quattro pilastri” del rilancio

A spiegarlo, in una nota, è lo stesso Consorzio che punta su quattro pilastri: “assoluta terzietà dei controlli, task force di esperti dedicata alla certificazione, modifica e rafforzamento del sistema dei controlli, revisione del disciplinare di produzione”. “Quattro scelte strategiche – dice il comunicato – che il consiglio di amministrazione del Consorzio ha deliberato in data 4 luglio, con l’obiettivo di migliorare l’identità e la qualità del Prosciutto di Parma DOP a tutela del prodotto stesso e dei consumatori“.

Il “sacrificio” dell’ente di certificazione

Il primo ad essere sacrificato sul percorso del rilancio è l’ente di certificazione che in questi anni ha controllato la filiera: “Dopo vent’anni di collaborazione con l’Istituto Parma Qualità (IPQ), il Consorzio volta pagina e affida a CSQA Certificazioni il sistema di certificazione e controlli della DOP Prosciutto di Parma. CSQA è un ente leader del settore, di comprovata esperienza e professionalità, in grado di assicurare assoluta terzietà e imparzialità ponendo fine alle criticità emerse recentemente all’interno del sistema di certificazione e sul possibile conflitto di interessi“. Un conflitto che, secondo il Fatto Alimentare, è dato dagli “incroci” tra proprietà dell’ente di certificazione e componenti del Consiglio del Consorzio.

Il nuovo ente di certificazione garantirebbe invece “ampie ed indiscusse competenze del nuovo organismo, sia nel comparto DOP IGP che nelle certificazioni in ambito volontario” che “stimoleranno il settore a definire strategie di rafforzamento della denominazione anche attraverso lo sviluppo di iniziative sui temi di maggiore attualità: ambiente, benessere animale, sostenibilità”.

La fase transitoria

“In questo periodo transitorio – spiega il Consorzio di tutela -, l’IPQ continuerà a svolgere il suo incarico di controllo e certificazione sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo. CSQA – attraverso una task force di esperti dedicata – avvierà immediatamente i lavori per la definizione del nuovo piano di controllo nell’attesa dell’autorizzazione ufficiale da parte dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaft (ICQRF)”.

La modifica del disciplinare di produzione

C’è poi la questione della modifica del disciplinare per evitare che nella filiera produttiva siano impiegati suini ad veloce accrescimento come ad esempio il duroc danese: “Dopo un lungo lavoro di preparazione durato diversi mesi, il Consorzio ha formalmente avviato anche l’iter di modifica del Disciplinare che prevede nei prossimi giorni la consultazione di tutta la filiera produttiva. Le modifiche riguarderanno tutti gli anelli della produzione, dalle caratteristiche della materia prima – tra cui genetica, peso e alimentazione dei suini, benessere animale, peso e caratteristiche delle cosce fresche – fino al prodotto finito come metodo di lavorazione, peso e stagionatura del prosciutto, modalità di vendita, prodotto pre-affettato, ecc“.

Altre modifiche al disciplinare comporteranno l’introduzione di “specifici elementi per la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera produttiva”. “Terzietà, controlli più efficaci, distintività del prodotto e maggiori garanzie per i consumatori – concludono dal Consorzio del Prosciutto di Parma -, sono questi i pilastri fondamentali su cui poggia il piano di rilancio del Prosciutto di Parma DOP che guarda al futuro con ottimismo e con azioni concrete per continuare a sostenere l’intera filiera suinicola nazionale e dare lavoro ad oltre 50.000 persone”.

Le dichiarazioni dei vertici del Consorzio

Vittorio Capanna, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma: “È il primo forte segnale di rinnovamento che parte da uno degli ambiti più importanti per una DOP, il sistema dei controlli, nell’ottica di offrire una maggiore trasparenza e la massima garanzia ai consumatori, assicurandogli la qualità che si aspetta dal Prosciutto di Parma. Abbiamo scelto un ente indipendente in grado di assicurare una struttura organizzativa fondata sulla cultura della certificazione di prodotto e su consolidati principi di imparzialità e terzietà”.

Pietro Bonato, AD e Direttore Generale di CSQA Certificazioni: “CSQA raccoglie una sfida importante mettendo a disposizione tutte le professionalità e competenze di un organismo terzo, indipendente che da sempre ha come mission la valorizzazione del vero made in Italy agroalimentare di qualità. Da oltre 30 anni abbiamo puntato sulla certificazione delle eccellenze nazionali di settore a supporto dello sviluppo di imprese e territori nel mondo. Il nostro obiettivo è fare le cose nella maniera migliore, in modo tempestivo, dedicando una task force che si occupi del tema in via esclusiva e immediata”.