Grazie ai giovani le cantine della denominazione Vini Frascati investono sull’innovazione e sulla qualità. Intanto è nato “Vitus”, il marchio della cooperativa Tusculum che ha iniziato con 30 mila bottiglie e tre “etichette”
Se si parla di vino nei Castelli Romani l’idea radicata nella mente è quella del vino da tavola che, dal Dopoguerra, veniva portato nelle botticelle a Roma. Per generazioni i vignaioli castellani hanno fondato la loro produzione sul mercato romano, orientandosi verso la quantità per soddisfare la vasta domanda della Capitale. Un’idea tanto vera della realtà quando datata e non più attuale: la concorrenza sul prezzo da una parte e la professionalizzazione dei consumatori dall’altra hanno da tempo favorito l’emergere di una produzione di qualità nei Castelli e in particolare tra le aziende della Doc Frascati.
“Un mutamento di pelle” lo definiscono nel Consorzio di tutela Denominazione vini Frascati, sottolineando che i giovani viticoltori sono il motore principale dell’innovazione nelle cantine che puntano in modo determinato alla qualità e a tecnologie e metodi innovativi. Il “mutamento di pelle” ha portato anche ad un posizionamento diverso dei prodotti, non più (o non sempre) indirizzati ad un consumo di massa (ormai penalizzato dal trend di mercato) ma verso una produzione anche ridotta ma di qualità e per chi sa intercettare dietro il prodotto la storia, le tradizioni e la passione dei viticoltori.
La novità del marchio Vitus Vini
E l’innovazione è arrivata non soltanto nelle cantine ma anche nel mercato con un’iniziativa che oltre a voler valorizzare il territorio dà anche un segnale al comparto. Dall’iniziativa di quaranta produttori è nato infatti il marchio Vitus, della cooperativa di produttori tuscolani Tusculum, che quest’anno ha lanciato le prime tre etichette, indirizzandosi al settore Ho.Re.Ca..
Con una produzione di trentamila bottiglie complessive, la Vitus ha messo sul mercato “Metamorfosi” (Frascati Superiore DOCG: Malvasia Puntinata, Bombino e Greco con selezione delle uve), “Auranova” (Frascati DOC 2018: Malvasia Puntinata e Malvasia di Candia con selezione delle uve) e “Selcerossa” (Roma doc Classico 2018: Montepulciano e Syrah con selezione delle uve). L’anno prossimo dovrebbe arrivare anche il Cannellino Docg, completando così il cerchio delle denominazioni d’origine del Frascati.
La vendemmia che verrà. Gasperini: “Quantità stabile, qualità in aumento”
Il “mutamento di pelle” in questione sabato e domenica scorsa si è presentato in piazza a Frascati nell’ambito della manifestazione Palcoscenico Frascati. In quell’occasione alcune delle cantine facenti parte del Consorzio hanno presentato i loro vini e la loro storia. Con loro, il neo presidente del Consorzio Felice Gasperini, secondo il quale “l’annata in corso sarà stabile per produzione, prevediamo inoltre un aumento della qualità del prodotto“.
Il territorio della Denominazione (Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone e in parte Roma e Monte Compatri) lo scorso anno, a differenza della media nazionale, non ha avuto una buona resa in termini di quantità. Così quest’anno, in cui la resa nazionale si prospetta in diminuzione, ai Castelli potrebbe anche registrarsi un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno. Quantità o no, la “battaglia” competitiva globale per il Frascati e il suo territorio si giocherà sempre di più sulla qualità e sulla valorizzazione intelligente del retroterra culturale, tradizionale e ambientale.