Frumento – L’Ismea: nel 2019 riprese le importazioni dal Canada. Migliora l’export delle specialities

La relazione dell’Ismea di inizio agosto spiega le tendenze altalenanti dei prezzi. Su pasta di semola e prodotti lavorati l’Italia migliora il rapporto tra esportazioni e importazioni

L’anno in corso non è un buon anno per chi produce frumento tenero mentre per i produttori di frumento duro c’è un lieve aumento dei prezzi. A delineare le tendenze del mercato del frumento, sia a livello nazionale sia a livello mondiale, è l’Ismea Mercati. L’istituto ha pubblicato un report ad inizio agosto e spiega sia l’andamento dei prezzi, sia l’andamento delle esportazioni della filiera. Il tutto risente delle dinamiche internazionali, della produzione a livello mondiale e anche delle dinamiche di mercato. La relazione dell’istituto racconta anche come nei primi mesi del 2019 siano ripartite le importazione di grano duro dal Canada dopo l’azzeramento avvenuto nel 2018.

L’andamento dei prezzi del frumento

La campagna 2018/2019 era andata bene per i produttori di frumento tenero (cioè il grano tenero) che hanno registrato “una quotazione media di campagna pari a circa 214 euro/t sia sulla piazza di Milano sia di Bologna, in aumento di 13% in entrambe i casi (…) da ricondurre alla flessione dei raccolti e delle scorte mondiali nel 2018“. Per l’anno nuovo le cose vanno invece diversamente: “Il prezzo di luglio 2019 – scrive l’Ismea -, mese di esordio della nuova campagna di commercializzazione, risulta invece in calo, attestandosi a 188,67 euro/t a Milano (-12% su giugno) in conseguenza della consistente disponibilità stimata a livello globale per il 2019“.

Discorso diverso per il frumento duro (il grano utilizzato per fare la pasta secca): nella scorsa campagna i prezzi sono rimasti stabili (“a un valore medio di poco superiore a 230 euro/t“) e “a partire dalla primavera di quest’anno i prezzi hanno cominciato a rivalutarsi su base congiunturale in conseguenza di prospettive poco soddisfacenti per i raccolti nazionali e mondiali per l’anno in corso“. Nel luglio scorso si è registrato un lieve aumento dell’1,5% delle quotazioni rispetto a giugno sulla piazza di Milano.

L’andamento dei raccolti e le aree in “crisi”

Su base annua aumentano leggermente anche i raccolti del frumento tenero (in Italia si raggiungono 2,8 milioni di tonnellate) grazie ad un aumento dei rendimenti dei terreni. Rispetto al frumento duro i raccolti invece diminuiscono a 4 milioni di tonnellate “a causa della flessione delle superfici“. “Per questa produzione – si legge nel rapporto – le indicazioni ottenute da Ismea da interlocutori privilegiati sono per uno scenario piuttosto differenziato nei principali areali di produzione; ad esempio, in Sicilia orientale le rese dovrebbero essere piuttosto soddisfacenti, al contrario di quanto viene invece segnalato per altri areali dell’isola. Anche in Basilicata e Puglia emergono situazioni piuttosto critiche in alcune zone in conseguenza della forte grandinata dello scorso maggio e comunque anche della persistente piovosità che ha determinato fenomeni di allettamento“.

La ripresa delle importazioni dal Canada

Il rapporto tra import ed export cambia a seconda del prodotto. Nei primi 4 mesi del 2019 il disavanzo commerciale in valore del frumento tenero è migliorato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per il frumento duro è accaduto il contrario: nello stesso periodo si è registrato “un significativo aggravio del deficit in valore in ragione del consistente aumento dei volumi in ingresso, cui è corrisposto una stabilità dei valori medi all’import“. Tra i più importanti fornitori dell’Italia di frumento duro ci sono Canada e Francia. In particolare rispetto ai rapporti col Canada l’Ismea scrive che “gli operatori della filiera dopo aver quasi azzerato nel 2018 gli acquisti per via dell’utilizzo di glifosate per la coltivazione della granella canadese, nel corso dei primi quattro mesi dell’anno hanno ripreso ad approvvigionarsi da questo paese“.

I buoni risultati della pasta di semola, della panetteria e della biscotteria

La bilancia commerciale italiana è da sempre in perdita quanto a materie prime ma recupera con l’esportazione di prodotti lavorati: le specialities. Nel settore della pasta, della panetteria e della biscotteria le cose vanno bene. Tra gennaio e aprile sono aumentati i volumi e il valore delle esportazioni di pasta di semola, con una rivalutazione dei prezzi medi dell’export: il surplus in valore è aumentato del 3,4% e i volumi sono aumentati del 2,3%. “Medesima dinamica – scrive l’Ismea -, ma con tassi di variazione più marcati, si è registrata per i prodotti della panetteria e biscotteria, l’attivo di bilancio ha sfiorato 433 mln euro (+31% rispetto gen-apr 2018) grazie all’aumento dei volumi inviati oltre confine (+13,5% per 191 mila tonnellate) e dei valori medi unitari all’export (+1,4%)“.

Frumento: le tendenze future secondo l’Ismea

L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare dà anche delle indicazioni sull’andamento futuro dei prezzi del frumento. “Le più aggiornate indicazioni disponibili sui fondamentali di mercato del frumento evidenziano elementi che potrebbero imprimere un andamento rialzista delle quotazioni della granella del frumento duro e, al contrario, una flessione dei listini del frumento tenero. Infatti, per la campagna di commercializzazione appena cominciata si prospetta un netto recupero delle scorte di frumento tenero (+5,3% per 266 mln t), mentre quelle del frumento duro dovrebbero scendere a poco più di 8 milioni di tonnellate (-14%)“.